venerdì 28 ottobre 2011

Ubaldo Terzani Horror Show (2011)

di Gabriele Albanesi


Regia: Gabriele Albanesi. Soggetto e Sceneggiatura: Gabriele Albanesi. Effetti speciali: Sergio Stivaletti. Musiche: Valerio Lundini. Fotografia: Francesco Collinelli. Montaggio: Alessandro Marinelli. Scenografia: Noemi Marchica. Produttore Associato: Francesca Manno. Produttori esecutivi: Manetti Bros. Produttore: Gianluca Curti. Produzione: Minerva Pictures con il sostegno della Film Commission Torino. Interpreti: Giuseppe Soleri, Paolo Sassanelli, Laura Gigante, Stefano Fregni, Antonio Iuorio, Francesco Mastrorilli, Zsuzsanna Ripli.


Alessio Rinaldi è un giovane regista che ama scrivere e realizzare storie condite di eccessi splatter. Un giorno cede alle pressioni del produttore e accetta di realizzare la sceneggiatura del prossimo film con la collaborazione di Ubaldo Terzani, importante autore di romanzi horror. Il rapporto tra il giovane regista e il maturo scrittore diventa sempre più complesso, fino a quando Ubaldo Terzani non rivela la sua vera natura di omicida psicopatico. Alessio Rinaldi precipita in un abisso di orrore, non comprende la differenza tra incubo e realtà, si lascia soggiogare dalla forte personalità del maestro. Terzani ha un segreto inconfessabile: scrive avvincenti romanzi horror perché  vive in prima persona le sue storie, uccide, fa a pezzi le vittime e ne conserva le parti anatomiche in formalina. Lo scrittore trascina in un gioco perverso il regista e la fidanzata, massacra alcune donne, uccide la ragazza, ma alla fine il giovane allievo si libera del maestro e torna a fare cinema ancor più ispirato.  


Il film avrebbe dovuto intitolarsi Nelle fauci di Ubaldo Terzani, ma in fase di post produzione si è optato per un titolo di maggior presa sul mercato internazionale. Al cinema non è mai uscito, se non in pochissime sale e alcuni festival, ma la Minerva Pictures - Rarovideo ha messo in commercio un interessante dvd, ricco di extra (provini, trailer, making of con interviste) e impreziosito dal corto Braccati, girato dallo stesso regista.


Il secondo lavoro di Albanesi è molto professionale, gode di un budget superiore rispetto a Il bosco fuori, viene girato in quattro settimane e si avvale degli ottimi effetti speciali del grande Sergio Stivaletti. Si tratta di un’opera di metacinema, infarcita di citazioni, che rivela tutta la cultura cinematografica del giovane regista. Abbiamo l’accenno allo splatter di Bava, le inquadrature alla di Leo, alcuni brani tratti da Un gatto nel cervello di Lucio Fulci e molte citazioni gore tratte dai film di Joe D’Amato. In alcune sequenze apprezziamo la locandina de Il boss di Fernando di Leo, ma anche Opera di Dario Argento, così come un incubo splatter del protagonista ci riporta alle atmosfere di Nightmare. La trama è in parte autobiografica, perché alcuni anni fa Albanesi provò a scrivere un film insieme a Eraldo Baldini, che non è mai riuscito a girare. Il regista immagina che Eraldo Baldini (trasformato in Ubaldo Terzani) sia uno scrittore demoniaco, mette in scena uno scontro tra caratteri (remissivo il regista, dominante lo scrittore) all’interno di un thriller claustrofobico ricco di eccessi splatter e gore. Albanesi inserisce nella trama la sua idea di cinema, torna indietro di alcuni anni, rivive tramite il suo personaggio le prime esperienze a contatto con il mondo della celluloide, le frustrazioni dovute alla scarsità di produttori e alla difficoltà di girare horror in Italia. In primo piano c’è il mondo dei registi underground e la loro voglia di emergere, provando in molte direzioni, ma senza arrendersi alla televisione.


Il personaggio principale - ben interpretato da Giuseppe Soleri, che “sfodera un’espressione da Peter Parker imbranato” (Albanesi) - è un alter ego del regista alle prime armi, quando la sua intransigenza purista era pari alla sua ingenuità. In definitiva è un film di formazione, iniziatico, perché un ragazzino incontra un essere perverso e pericoloso, di fronte al quale l’alternativa è tra crescere o morire. Albanesi afferma che questo film rappresenta la sua catarsi come autore, perché si tratta di una storia precedente a Il bosco fuori, sedimentata dentro di lui e girata al momento opportuno. Si tratta di un film ascrivibile al filone degli scrittori e dei falsi libri, che ha antecedenti illustri in opere come Misery non deve morire, La metà oscura, Il seme della follia, Trappola mortale… tutte pellicole che il regista dimostra di conoscere a fondo.
Gli attori sono molto bravi. Abbiamo già detto di Giuseppe Soleri, ottimo nella caratterizzazione di un regista giovane e idealista. Paolo Sassanelli si ispira ai cattivi di Shakespeare per dare vita a un Ubaldo Terzani sempre sopra le righe, sigaro in bocca, momenti di lucida follia e atteggiamenti sornioni, a metà strada tra il tragico e il buffonesco. Si tratta di un criminale complesso, un letterato contraddittorio, un incantatore dotato di grande personalità.  Sassanelli interpreta il primo cattivo della sua carriera, ma lo fa con grande bravura, rendendo credibile un criminale geniale. Laura Gigante è la ragazza del regista, una ninfetta dal temperamento bipolare, molto sexy in alcune scene erotiche, gelosa del fidanzato ma pronta a tradirlo con Ubaldo Terzani. I Manetti Bros la presentano ad Albanese, dopo aver interpretato Albachiara come protagonista e aver partecipato alla serie televisiva Ispettore Coliandro. Laura Gigante ha un volto angelico che contrasta con una personalità controversa ed è brava a interpretare un ruolo che la vede sedotta da un demoniaco scrittore, squartata e fatta a pezzi.


La fotografia di Torino è ottima, sia nelle sequenze girate in città che nel bosco nebbioso, la colonna sonora contribuisce a creare un clima di suspense. Piccoli difetti della pellicola li riscontriamo in alcuni dialoghi troppo impostati e un’eccessiva lentezza nella parte centrale. Ben fatte alcune sequenze erotiche che vedono protagonista Laura Gigante e Zsuzsanna Ripli, come da tradizione dell’horror italiano. Antonio Tentori - critico e sceneggiatore cinematografico - interpreta un breve cammeo da amico ubriaco di Ubaldo Terzani. Sergio Stivaletti realizza ottimi effetti speciali a base di gambe mozzate (il sangue è marmellata di lamponi!), arti segati, sangue che schizza da labbra morsicate e interiora che fuoriescono da incisioni toraciche. Ubaldo Terzani Horror Show è meno splatter de Il bosco fuori, ma la quantità di sangue contenuta nelle sequenze estreme è notevole. Albanesi conosce bene il cinema italiano del passato, ama l’horror alla Lamberto Bava (soprattutto la saga Dèmoni), ripropone una colorazione in sintonia con le citazioni gotiche e realizza un’interessante commistione di generi. Ubaldo Terzani Horror Show è al tempo stesso horror splatter, action pura, thriller claustrofobico, commedia grottesca e cinema introspettivo ricco di parti oniriche.


Gordiano Lupi

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