giovedì 2 agosto 2012

I tre nemici (1962)

di Giorgio Simonelli  

Regia: Giorgio Simonelli. Soggetto e Sceneggiatura: Castellano e Pipolo. Montaggio: Dolores Tamburini. Fotografia: Aldo Giordani. Operatore alla Macchina. Sergio Bergamini. Fonici: Pietro Ortolani, Raffaele Del Monte. Fotografo: Osvaldo Civirani. Scenografo: Antonio Visone. Costumi: Rosalba Menichelli. Trucco: Dulio Giustini. Musiche: Lallo Gori. Aiuto Regista: Nick Nostro. Ispettori di Produzione: Marcello Papaleo, Aldo Passalacqua. Segretaria di Edizione: Franca Trombetti. Produzione: Gino Mordini. Interpreti: Gino Bramieri, Cristina Gaioni, Helen Chanel, Martin Benson, Margaret Lee, Janine Hendy, Peter Dane, Elisabetta Velinsky, Fanfulla, Luigi Visconti, Tullio Altamura, Joe Mauro, Mara Berni, Franco Franchi, Ciccio Ingrassia,  Raimondo Vianello, Nino Terzo.

I tre nemici è un film costruito sulla comicità grottesca di Gino Bramieri ancora grasso e imbranato, che recita accanto a un compassato Raimondo Vianello, efficace spalla comica. Franco Franchi e Ciccio Ingrassia sono ancora due comici alle prime armi che - in attesa di affinare i ruoli - si limitano a rapide incursioni da guastatori in una trama da spionaggio farsesco.


Uno scienziato scopre la formula di una bomba micidiale che i servizi segreti ricercano senza sosta e con grande dispendio di energie. La formula è stata tatuata sulla natiche di Leo Bottini (Bramieri), impiegato di un’agenzia di viaggi che ama il mare e i tatuaggi, oltre ad avere una grande passione per la bella Titty (Chanel). Da questo assunto paradossale nascono una serie di equivoci che la sceneggiatura di Castellano e Pipolo cerca di rendere divertenti ed efficaci. Tutti vogliono nudo Leo “il furbo”, persino alcune belle spie come Margaret Lee e Cristina Gaioni, convinte dagli agenti segreti a usare il loro fascino per recuperare la formula. Titty finge di sposare Leo per avere i debiti condonati, abbandona il marito tra le braccia degli aguzzini, ma poi si pente e si innamora davvero. Raimondo Vianello è Gerardo, austero padrone di un’agenzia di viaggi che non riesce a concludere con l’amante per colpa dell’inetto dipendente. Bramieri lo chiama papà, cerca affetto e protezione, recita alla perfezione il ruolo del totale incapace. Vianello e Bramieri sembrano replicare molte gag di Gianni e Pinotto, anche fisicamente sono molto simili ad Abbott e Costello, ma il loro umorismo non raggiunge vette eccelse. Non sono una coppia comica indovinata. Franco e Ciccio, nei panni di Frantuzzo e Rocco, due ladruncoli siciliani trapiantati a Roma, sono al loro nono film e non presentano una fisionomia precisa. La cura Lucio Fulci deve ancora far sentire i suoi effetti. Recitano in un siciliano tipico dei primi film capovolgendo la costruzione dei periodi, irrompono nei momenti topici della pellicola, rubano la formula e tolgono dai guai Bramieri. I tre nemici è una delle prime parodie del genere spionistico, gradevole ma non perfetta come tempi comici e qualità delle battute, soprattutto risente di un utilizzo limitato della coppia comica siciliana. Castellano e Pipolo sono lineari e prevedibili come sceneggiatori, non si lasciano mai andare a trovate insolite. Alla fine tutti vogliono uccidere Bramieri per eliminare il pericolo che si diffonda la formula. La formula finisce sul volto del padrone, perché dopo un incidente gli viene fatta una plastica facciale con la pelle prelevata dalle natiche del dipendente. Il film procede verso un finale lieto per il grottesco Bramieri e infernale per Vianello, ridotto a una mummia in fuga dall’ospedale.

Raimondo Vianello e Gino Bramieri
I tre nemici (cosa significa il titolo?) è una commedia degli equivoci che spesso vira in pochade, zeppa di doppi sensi e di personaggi grotteschi, tra scambi di persona, qui pro quo inevitabili, donne nascoste negli armadi e vagoni letto che diventano trappole mortali. Le situazioni sono ben concatenate le une alle altre, pur inserite in un soggetto semplice e lineare. Nel cast minore ricordiamo Nino Terzo nei panni di un cliente che tartaglia mentre Gino Bramieri lo vuol mandare a Parigi per vedere gli spogliarelli. Margaret Lee  si vede poco, ma nel breve spazio della sua apparizione è una spia languida e sensuale. Gino Bramieri è caricaturale ed eccessivo, ma è il suo tipo di comicità prima della cura dimagrante, da bambinone un po’ scemo. Raimondo Vianello, invece, sfoggia tutto il suo aplomb da comico inglese. Tra le battute migliori ricordiamo l’insegna appesa sulla porta della baracca dove vivono Franco e Ciccio: “Rocco e suo fratello”, chiara allusione ironica al film di Visconti. I due siciliani sono divertenti nelle vesti di ladri inconsapevoli che mandano all’aria i piani delle spie, costruiscono la bomba convinti che sia un dolce, fanno esplodere la baracca dove vivono e infine rischiano la vita come tassisti. La musica di Lallo Gori ricorda le comiche del muto. Fotografo di scena è il futuro regista Osvaldo Civirani. Nick Nostro è aiuto.

Il tatuaggio della formula segreta

Il film non è apprezzato dalla critica. Paolo Mereghetti concede una sola stella: “Farsa spionistica frusta e ripetitiva”. Morando Morandini conferma la valutazione minima senza motivare, ma ricorda che per il pubblico vale due stelle. Pino Farinotti conferma le due stelle, ma senza esprimere giudizi.  Il film è reperibile in edicola nella collana Hobby & Work, ben curata per i testi da Simone Buttazzi.

Per vedere il film on line: http://www.youtube.com/watch?v=IV0lsTjhRPk

Gordiano Lupi

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