sabato 26 luglio 2014

Pierino il fichissimo (1981)

di Alessandro Metz


Regia: Alessandro Metz. Soggetto e Sceneggiatura: Dardano Sacchetti, Alessandro Metz. Scenografia e Arredamento: Bruno Amalfitano. Costumi: Barbara Pugliese.  Montaggio: Vincenzo Tomassi. Fotografia: Maurizio Maggi (Telecolor). Organizzatore Generale e Direttore di Produzione. Pietro Innocenzi. Musica. Stelvio Cipriani (Edizioni Musicali Cam - Prkima Edizioni Musicali, Roma). Aiuto Regista: Marina Mattoli. Operatore Alla Macchina: Giancarlo Martella. Elettricista. Fernando Massaccesi. Produzione: International Apollo Films (Roma). Interni: Elios (Roma). Interpreti: Maurizio Esposito, Tuccio Musumeci, Adriana Russo, Gastone Pescucci, Sandro Ghiani, Vincenzo Crocitti, Eleonora Cajafa, Nino Terzo, Aldo Ralli, Diego Cappuccio, Tognella, Lino Spadaro, Graziella Polo, Gianni Ciardo, Sal Borgese, Alessandra Vazzoler, Sandra Canale, Jimmy il Fenomeno, Clara Rita Ziniti, Amalia Gialli, Antonio Viespoli, Bobby Rhodes, Fabrizio Diaz, Stefano Gragnani, EnzoAndronico.


Pierino contro tutti (1981) è uno dei film per cui sarà ricordato Marino Girolami, che rivitalizza il barzelletta movie e apre la strada a una serie infinita di sequel apocrifi. I veri film di Pierino vedono Alvaro Vitali dare corpo a una serie di barzellette scurrili e risapute, inaugurando un filone che fa furore per un paio d’anni nel cinema italiano. Michela Miti impersona la supplente sexy che fa andare Pierino (e il pubblico) in visibilio quando mostra le gambe dietro la cattedra e si abbandona a brevi scene di nudo. La serie prosegue con Pierino medico della S.A.U.B. di Giuliano Carnimeo (1981), in realtà una sorta di parodia de Il medico della mutua (1968) di Luigi Zampa, poco collegata a Pierino. Pierino colpisce ancora di Marino Girolami (1982) è il vero sequel, l’ultimo Pierino realizzato da Girolami che gira anche una miniserie televisiva diffusa da alcune reti private laziali. Pierino torna a scuola di Mariano Laurenti (1990) è il canto del cigno del sottogenere, un remake tardivo che vede l’ex miss Italia Nadia Bengala al posto di Michela Miti, la sora Lella invece del nonno Riccardo Billi e Giulio Massimini per Enzo Liberti. Citiamo un orribile Pierino Stecchino, girato nel 1992 da Claudio Fragasso, che riscuote una fredda accoglienza da parte del pubblico. Alvaro Vitali prende in giro Roberto Benigni e ironizza su Johnny Stecchino, ma non è Totò e neppure Franco Franchi.


Il successo della serie ufficiale produce un proliferarsi di falsi pierini come il terribile Pierino il fichissimo di Alessandro Metz (1981), sceneggiato da Sacchetti e interpretato da Maurizio Esposito. Pierino aiutante messo comunale… praticamente spione di Mario Bianchi (1981) è un altro imbarazzante prodotto che si salva per la conturbante presenza di Laura Gemser. Il tremendo (in tutti i sensi) Pierino si chiama Tony Raggetti e i siparietti comici sono irritanti. Il film è composto da una serie di avventure scollegate tra loro, l’unico interesse per lo spettatore resta la dottoressa Gemser, medico condotto a Bolsena. Tra gli apocrifi, Pierino la peste alla riscossa (1982) di Umberto Lenzi è quello girato con maggiore professionalità e con attori degni di questo nome. Il Pierino di Lenzi è il toscanissimo Giorgio Ariani.


La palma del Pierino più trash, invece, spetta ad Alessandro Metz (1940), figlio del grande Vittorio (1904 - 1984), che debutta con questa sorta di pochade scoreggiona che finisce in bagarre condita di flatulenze a ripetizione. Metz firma pochi film da regista ma è molto attivo come aiuto e come sceneggiatore, irrinunciabile collaboratore di Castellano & Pipolo. Il suo Pierino ha il volto e la mimica di un improponibile Maurizio Esposito, attore televisivo durato lo spazio d’una stagione e (per fortuna!) scomparso nel niente, che non ha le physique du rôle di Alvaro Vitali ed è quasi più irritante di Raggetti. Tra i Pierini apocrifi si salvano Ariani e un minimo la Marfoglia per l’originalità del suo Pierino al femminile. 


Il film è sceneggiato dal regista con la collaborazione di Dardano Sacchetti, che non si è sprecato, forse si riconosce la sua mano nella sequenza del malavitoso che violenta la cameriera e minaccia il carabiniere. Per il resto buio totale. Due film in uno, macchiette frammentarie, episodi scollegati che si riappiccicano forzosamente in un finale super trash a suon di scorregge. Barzelletta-movie scolastico, farsa in un ristorante squinternato, vignette sui carabinieri (da querela!), commedia sexy (pessima), plagi da Totò e Peppino (la scenetta dello scroccone di polpette che per mangiare s’inventa le anime da salvare e da condannare), farsa scoreggiona. Molte sequenze sono pura comicità slapstick, cartoni animati veri e propri, condite da grottesco oltre ogni limite e surreale dispensato a volontà. 


Tutto questo è Pierino il fichissimo, che si ricerca e si vede con piacere proprio per il suo essere brutto, al di là di ogni possibile immaginazione. Lo spettatore attende la trovata successiva per capire fino a che punto il regista ha deciso di porre il limite oltre il quale non sia lecito andare. Si tocca il vertice del surreale quando a Sandro Ghiani, carabiniere idiota, chiedono di “friggere i pesci nel frigo”. Il militare impugna la pistola e bussa alla porta del frigo, i pesci rispondono intimoriti e quando lui si manifesta gridano: “Siamo fritti!”. Missione compiuta. Parte sexy per Adriana Russo, contesa da tutti, ma rispettata dallo sciocco fidanzato (Ghiani), brava a recitare in ciociaro e a cercare di risollevare il livello infimo della farsa. A un certo punto entrano in scena due camionisti assurdi (Tognella e Spadaro) come avventori del ristorante, davvero poco comici, ma soprattutto inutili. 


Gastone Pescucci è bravo nel ruolo del matto e si ricorda per la battuta razzista del borotalco per negri fatto con i fondi del caffè. Jimmy il Fenomeno è il postino sciocco che recita persino qualche battuta e afferma a ripetizione di non essere cretino. Gianni Ciardo è il peggiore di tutti (a parte Esposito), tentativo di attore comico napoletano, che riesce solo a irritare. Crocitti e Ralli sono diligenti. Nino Terzo è il comandante dei carabiniere dalla voce afona con la moglie scoreggiona che in un gran finale spazza via tutti dall’osteria, nonostante il tappo al culo messo dal marito. Finale a Piazza Navona con Pierino strillone: “Edizione straordinaria! Pioggia di merda a Roma! Vacca a Torino accecata da un tappo!”.



La critica. Non piace neppure a Marco Giusti (Stracult), che vede nel cast persino Ugo Fangareggi (non c’è!) e assegna a Mertz il merito di aver diretto “il primo dei falsi Pierini”. Giusti riconosce che il livello delle trovate è volgarissimo e che soltanto “il finale è grandissimo per merito della moglie scoreggiona di Nino Terzo”. Giulio Pavone: “Questo film è girato con i piedi”. Pino Farinotti trova una trama da raccontare in un film che non ha uno straccio di consequenzialità logica, poi concede una stella. 


Morandini finge di dimenticare l’esistenza della pellicola. Paolo Mereghetti (una stella): “Pierino racconta barzellette scatologiche, tira sassi nel sedere della maestra (non è vero, i sassi nel sedere li tira a una bellona nelle prime sequenze per farle sgonfiare il posteriore e alla moglie di Terzo nel finale per farle saltare via il tappo al culo, ma alla maestra si limita a tirare giù i pantaloni in una sequenza poco riuscita, nda) e rovina la vita del suo prossimo. Collage di barzellette per cerebrolesi girato senza nemmeno Alvaro Vitali (è un apocrifo, Mereghetti!, nda) e non un briciolo di professionalità”. Praticamente mi dà del cerebroleso, ché io l’avrò visto quattro o cinque volte in vita mia e ancora ci rido, pure se riconosco la pochezza della materia, anzi, direi (viste le scorregge) l’estrema volatilità della narrazione.

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