mercoledì 19 agosto 2015

È già ieri (2004)

di Giulio Manfredonia


Regia: Giulio Manfredonia. Soggetto: Danny Rubin. Sceneggiatura: Valentina Capecci, Andres Koppel, Giulio Manfredonia, Harold Ramis, Danny Rubin. Fotografia. Roberto Forza. Montaggio: Roberto Martucci. Musiche: Mario De Benito. Paesi Produzione. Italia, Spagna, Gran Bretagna. Genere. Commedia. Durata: 99’. Interpreti: Antonio Albanese, Goya Toledo, Fabio De Luigi, Asunción Balaguer, Pepón Nieto, Esther Ortega, Beatriz Rico, Linus, Antonio de Bejar Martinez.


Giulio Manfredonia (1967), nipote di Luigi Comencini, aiuto regista per Antonio Albanese, Luigi e Cristina Comencini, esordisce con Tanti auguri (1998) e si conferma con la commedia fantastica Se fossi in te (2001). Non siamo di fronte a un grande regista, la sua cosa migliore è La nostra terra (2014), film scolastico e a progetto. Molti i prodotti commerciali, soprattutto i due dimenticabili episodi dell’epopea di Cetto La Qualunque interpretati da Albanese. È già ieri tutto sommato è un buon lavoro che soffre il limite della non originalità, perché si tratta del remake italiano di Grondhog Day (Ricomincio da capo, 1993), interpretato da Bill Murray. In breve la trama. Filippo Fontana (Albanese) è un arrogante divulgatore scientifico televisivo - specializzato in animali -  che tratta tutti male e disprezza il suo lavoro. Il film è ambientato in una piccola isola delle Canarie dove il giornalista si reca per realizzare un documentario sulle cicogne, restandovi intrappolato per un tempo indefinito a causa di un meccanismo fantastico. 


Il giornalista rivive all’infinito lo stesso giorno che si ripete senza soluzione di continuità seguendo un meccanismo caro alla narrativa russa di Gogol e ai racconti surreali di Borges. Il protagonista prova a cambiare il corso degli eventi vivendo lo stesso giorno sempre in maniera diversa, conquistando donne, compiendo imprese assurde, modificando comportamenti, ma non c’è niente da fare. Il futuro cambierà soltanto dopo la conquista di Rita (Toledo), la bella biologa al seguito della troupe con la quale aveva sempre avuto scontri e frizioni, che lo convincerà a tenere comportamenti non egoisti, curandosi di più del prossimo.


Una pellicola interessante, ben interpretata da Albanese, un attore adatto a simili ruoli surreali, che conferisce credibilità a un personaggio e a situazioni non convenzionali. Persino Fabio Di Luigi è meno stereotipato del solito nei panni di un timido cameraman - ex boy scout - che non riesce a confessare il suo amore a una bella indigena. Citiamo Linus come voce che esce dalla radio e sveglia ogni giorno il protagonista presentando il solito programma. Ottima la fotografia insulare, suggestive scenografie, discreti piani sequenza. Si poteva realizzare meglio la scena della cicogna che becca la testa di Albanese. Sceneggiatura senza difetti, con il solo limite della poca originalità. Da riscoprire.



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